sit-in solidarietà sotto il carcere

1 Gen

Una cinquantina di attivisti antagonisti  di Cosenza e dalla Calabria Si sono  dati appuntamento sotto il carcere di via popilia a Cosenza il 31 dicembre scorso.  Un appuntamento che dura oramai da dieci anni e che vede ogni anno militanti antagonisti denunciare la situazione carceraria in Italia . L’appuntamento di quest’anno è stato commovente e nel contempo militante con slogan lanciasti dai microfoni dell’organizzazione ed interventi fatti da familiari dei detenuti che anche loro ogni anno portano gli auguri per un anno migliore e sicuramente diverso e fuori dalle celle soprattutto.  Alcune fidanzate di detenuti hanno affisso messaggi d’amore diretti ai loro ragazzi, mentre un nugolo di lanterne ha illuminato il cielo sopra il carcere stimolando gli applausi e le urla di gioia dei detenuti assiepati alle sbarre delle loro celle. Assenti i mass media , tutti invitati, e specialmente la Rai tre Calabria che non perde invece una sola processione e un solo convegno di politici di ogni risma. Nel volantino distribuito dai giovani militanti del Rialzo una radiografia delle nostre carceri che dimostra con dati alla mano non solo il sovraffollamento oggi esistente con un picco di 67.046 detenuti, ma anche i continui suicidi giunti a circa 170 all’anno. La dimostrazione che al contrario di come recita l’art.27 della nostra Costituzione il carcere non rieduca affatto ma piuttosto punisce ed uccide. Forte quindi il messaggio di  superamento del carcere, oltre che attraverso la de-criminalizzazione di soggettività specifiche come i migranti, i consumatori di sostanze e gli emarginati, deve passare necessariamente attraverso una revisione dell’attuale organizzazione sociale  che tende a “normalizzare”, in base ai propri dettami, tutti coloro i quali non rispondono alle regole di produzione e consumo imposte. Regole che criminalizzano alcune soggettività alimentando così solo la popolazione carceraria senza garantire nessuna sicurezza che, invece, dovrebbe passare attraverso la garanzia di diritti, dignità e giustizia sociale.

Infine l’augurio di un anno di libertà e giustizia sociale per tutti/e

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